Dentro il parquet la Co2: così l'Europa vuole rimuovere le emissioni inquinanti

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Christian Morasso
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Dentro il parquet la Co2: così l'Europa vuole rimuovere le emissioni inquinanti

Bruxelles delinea le attività di 'carbon farming': riforestazione, aree agricole a riposo e pavimenti in legno massiccio che trattengono calore e riducono i consumi

Dentro il parquet la Co2: così l'Europa vuole rimuovere le emissioni inquinanti

 

 

Inserire nelle case parquet in legno per ridurre le emissioni di anidrida carbonica. Questa una delle soluzioni delineate dalla Commissione europea in una proposta volta a creare un quadro capace di certificare l'eliminazione del carbonio dall'atmosfera. La proposta, basata su iniziative di natura volontaria, promuove tecnologie innovative e soluzioni sostenibili per l'agricoltura al fine di raggiungere gli obiettivi che l'Unione europea si è prefissata in materia di clima e ambiente. Si tratta di creare un sistema di certificazione trasparente e credibile.

Attività ammesse

Quali sono le attività prese in considerazione? Può trattarsi di tecnologie industriali, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (Beccs) o la cattura e stoccaggio diretto del carbonio nell'aria (Daccs). Ci sono poi le pratiche di "carbon farming", quindi di sequestro del carbonio nei suoli, da utilizzare in agricoltura e silvicoltura. L'esecutivo europeo ha incluso nelle pratiche anche i prodotti e i materiali a base di legno, capaci di trattenere il carbonio per diversi decenni.

Esempi di pratiche efficaci di carbon farming sono ad esempio l'afforestazione e la riforestazione, così come le forme di agricoltura mista che combinano vegetazione legnosa (alberi o arbusti) con sistemi di produzione vegetale e/o animale sullo stesso terreno. Molto utile allo scopo risulta anche la conversione mirata di terreni coltivati a maggese o di aree messe a riposo in prati permanenti, come anche il ripristino delle torbiere e delle zone umide. Non rientrano invece in questo elenco altre due tecnologie: la cattura del carbonio fossile per lo stoccaggio (Ccs) o l'utilizzo (Ccu). Queste tecnologie contribuiscono sì a riciclare o a stoccare le nuove emissioni di CO2 fossile, evitando che si aggiungano alle emissioni esistenti, ma non sono in grado di rimuovere il carbonio presente nell'atmosfera.

La potenza degli alberi

Gli alberi catturano le emissioni mentre crescono. Quando l'albero viene lavorato, questo carbonio rimane immagazzinato nei prodotti in legno, riducendo così la CO2 presente nell'atmosfera. Una volta abbattuti i tronchi, le industrie europee del legno sono tenute alla ripiantumazione degli alberi in sostituzione di quelli utilizzati per la loro attività. Questo meccanismo, che risponde ad una politica forestale ecologica rigorosa, intende garantire che quasi tutto il legno europeo utilizzato provenga da foreste gestite in modo sostenibile.

Pavimentazione in legno

Una prima modalità di sequestro del carbonio prevede la riduzione di CO2 grazie alla sostituzione delle pavimentazioni meno efficienti dal punto di vista energetico, con parquet in legno massiccio. Questi ultimi sono altamente efficienti dal punto di vista energetico, anche perché non richiedono grandi quantità di energia durante la produzione, a differenza di altri materiali come la plastica, il Lvt o il bambù. Il parquet stesso funziona come isolante, rallentando la conducibilità del calore. Le industrie che li producono sostengono che il pavimento in legno non è fatto di 'alberi morti', ma rimane un prodotto vivo, che reagisce all'ambiente circostante.

Riscaldamento efficace

Altro fattore positivo deriva dalla circostanza che il pavimento in legno assorbe la temperatura del riscaldamento. Contribuendo a preservare il calore nelle stanze, aiuta a ridurre il consumo e i costi di riscaldamento. Negli ultimi anni si è poi diffuso il riscaldamento installato sotto il pavimento. Secondo gli esperti la combinazione di pavimenti in legno e di riscaldamento a pavimento possono lavorare in maniera efficiente, garantendo una temperatura ideale compresa tra i 20 e i 22 gradi centigradi.

Criteri di valutazione

Per realizzare la proposta, Bruxelles ha stabilito norme per una verifica indipendente dell'eliminazione del carbonio, nonché per dimostrare la conformità al quadro dell'Ue. I criteri Qu.a.l.ity indicati sono quattro. Il primo riguarda la quantificazione, perché tali attività devono poter essere misurate. C'è poi l'addizionalità, quindi le misure devono andare oltre le pratiche già esistenti e obbligatorie. Deve trattarsi inoltre di uno "stoccaggio a lungo termine", affinché questo sia il più possibile permanente. Infine c'è il criterio della sostenibilità: le attività devono perseguire obiettivi come l'adattamento ai cambiamenti climatici, l'economia circolare, la tutela della biodiversità.

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Provenienza dei fondi

Il documento consente anche "forme innovative di finanziamento pubblico e privato, tra cui la finanza d'impatto o il sostegno pubblico basato sui risultati nell'ambito degli aiuti di Stato o della politica agricola comune", come si legge in una nota della Commissione. Le risorse per la rimozione del carbonio potranno essere recuperate dal Fondo per l'innovazione, dalla Politica agricola comune (Pac), dal Fondo di sviluppo regionale. Contribuiscono inoltre i programmi Life e Horizon Europe. La proposta della Commissione sarà dovrà essere discussa dagli europarlamentari e dal Consiglio. La prima riunione del gruppo di esperti è prevista per il primo trimestre del 2023.

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